Ormai da diversi anni al Santuario si svolge ogni Domenica – ad agosto anche al sabato – la Benedizione dei bambini con una partecipazione crescente di bimbi, ragazzi e famiglie. Il senso di questa breve celebrazione è riprendere un gesto di Gesù descritto nei vangeli: “E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva” (Mc 10,16). Abbiamo chiesto ad una esperta di narrarci come nell’arte questo tema è stato sviluppato.
Non c’è suono più rasserenante della risata di un bambino. Non c’è impresa più dura di far stare fermo un bambino. Tra questi due estremi si muove quotidianamente chi ha a che fare con i più piccoli; tra questi due estremi si è mossa l’arte per secoli. Nei ritratti ufficiali del XVII secolo i bambini sono in realtà dei piccoli sovrani, vestiti con abiti lussuosi e scintillanti gioielli, già intenti a mostrare superiorità con l’atteggiamento e con lo sguardo, talvolta velato dalla noia causata probabilmente da ore e ore di posa davanti al pittore. Di fatto l’infanzia è un tema trattato con registri diversi dal mondo dell’arte, anche perché per lungo tempo i bambini non si sono comportati da bambini, ma da piccoli adulti che regnavano, lavoravano i campi o badavano ai fratellini.
Un tono un po’ diverso tocca all’arte sacra, che però ha sempre dovuto fare i conti con un bambino più speciale degli altri, il piccolo Gesù: spesso intento a compiere gesti solenni, si lascia distrarre talvolta da suoni, oggetti o piccoli animali, ma sempre con un fare composto e tranquillo.
E’ il caso della bella tela collocata nel Santuario che raffigura Sant’Anna e Maria con Gesù Bambino: fu realizzata dal pittore romano Michelangelo Cerruto nel 1686.
Qui il piccolo Gesù tiene in mano un grappolo d’uva che fa chiaramente riferimento allo stemma del comune di Vinadio e lega dunque l’immagine dipinta al territorio.
Ma nelle sacre scritture – un po’ come oggi – la vivacità dei bambini non sempre è accolta con benevolenza dagli adulti: i discepoli si indignano e rimproverano chi avvicina i bambini a Cristo, sia perché disturbano sia perché considerati impuri. Secondo le norme severe del tempo, i bambini piccoli e le madri dopo il parto erano per lungo tempo considerati impuri e questa impurità sarebbe stata estesa anche a Gesù, se l’avessero toccato. Egli allora ribatte a sua volta con indignazione, ma al contrario, verso i discepoli: invita ad accogliere i bambini, ad apprezzare la loro purezza negli atteggiamenti e nella visione del mondo, perché “a chi è come loro appartiene il regno di Dio”. In queste parole c’è tutta l’accoglienza e la pazienza del Maestro che invita ad aprire le braccia a chi, pur senza esperienza della vita, sa affrontare le sfide senza maschere né finzioni.
Anche se non sono molte le raffigurazioni di questo episodio nel mondo dell’arte, diversi artisti hanno provato a raccontare questo momento, regalandoci un’immagine di Gesù che abbraccia, accarezza, coccola i bambini con gesti amorosi, illuminandoli di una luce che parla essa stessa di salvezza.
Nel dipinto su tavola di Lucas Cranach conservato presso il Metropolitan Museum of Art di New York e databile al 1545 – 1550 i bambini non hanno più di due anni e giocano e sgambettano in braccio alle madri. In alto, come una didascalia a ribadire il tema del dipinto, è posta la scritta «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio». Se nell’opera di Cranach prevale il tono personale e sentimentale, talvolta, come nella tela di Nicolaes Maes (1652) o in quella di Van Dyck (1618 – 1620), Cristo compie gesti legati alla liturgia, che collegano l’accoglienza alla celebrazione dei sacramenti, come il Battesimo o la Confermazione.
E’ il senso della cura che ognuno di noi deve avere con i più piccoli, ma anche dell’inclusione all’interno di un mondo che vanno a scoprire: i pittori hanno saputo tradurre nei gesti teneri di Cristo un messaggio a suo modo trasgressivo, che va contro la legge del tempo scegliendo la fratellanza e l’accoglienza verso chi ha poca o alcuna importanza.
Di accoglienza, purezza e di piccoli ci parla ogni estate il Santuario di Sant’Anna che accoglie famiglie, bimbi e apre loro le sue porte: i fiocchi, gli ex voto, anche le tavolette appese alle pareti ci parlano di questo legame che dura da secoli e si ripete ogni anno.
Laura Marino